Il calcio, si sa, non è una formula esatta, ma alla luce degli ultimi risultati dell'Athletic non posso non usare un'espressione tipica dei teoremi matematici: c.v.d., come volevasi dimostrare. Una volta smaltite le fatiche del preliminare, intese come carichi di lavoro specifici totalmente diversi rispetto al recente passato, i giocatori di Valverde hanno infatti ripreso a correre e a vincere, tirandosi fuori dalle zone più pericolose della classifica nel giro di un mese. Sarebbe facile, adesso, mettere alla berlina chi invocava l'esonero di Txingurri o proponeva roghi di piazza per alcuni singoli (un esempio su tutti quello di Etxeita, crocifisso dopo un errore col Porto e ora tra i più in forma), ma l'importante è solo e soltanto che i Leoni si siano ripresi; i tifosi da tastiera, quelli che a chiacchiere vincerebbero Liga e Champion's ogni anno, sinceramente lasciano il tempo che trovano.
Contro l'Espanyol, che si presentava al San Mamés forte di una striscia di 7 partite senza sconfitte contro l'Athletic (i pericos sono stati i primi a violare il nuovo stadio in campionato, lo scorso 16 febbraio), gli zurigorri hanno disputato una partita quasi perfetta. Dopo una prima mezz'ora di studio, con una buona occasione per l'Espanyol in contropiede e poco altro, il gol di un Aduriz sempre più imprescindibile ha indirizzato la partita sui binari dei padroni di casa, splendidi nel gestire al meglio la restante ora di gioco come raramente avevano fatto negli incontri precedenti. Buona circolazione di palla (Iturraspe finalmente è stato all'altezza), pressing a folate ma intelligente, freddezza e lucidità nella trequarti avversaria: questi gli elementi di una vittoria meritata e mai in discussione, specie dopo il bellissimo 2-0 di Viguera. Finalmente Borja ha mostrato sprazzi convincenti di quel talento che gli ha permesso di diventare, la scorsa stagione, capocannoniere e miglior giocatore della Segunda Division; la sua rete, un intelligente tocco d'esterno ad anticipare il portiere, è stata un capolavoro di rapacità e senso del gol, un segnale incoraggiante per il prosieguo della temporada (anche perché Aduriz fin qui è stato commovente, ma non possiamo chiedergli di tirare la carretta da solo fino a giugno). Nella ripresa il copione non è cambiato, anche se l'Espanyol ha fatto qualcosina in più nella seconda parte della frazione, con un tiro fuori di pochissimo di Stuani e un palo colpito da Salva Sevilla. L'Athletic, tuttavia, non è mai andato veramente in sofferenza, anche grazie alla prestazione di alto livello della coppia centrale Laporte-Etxeita, sempre più affiatata e precisa negli interventi. L'eurogol di Iturraspe, un destro da 25 metri di rara precisione, ha dato il via in anticipo ai titoli di coda, peraltro non interrotti dal 3-1 buono solo per l'onore (e per interrompere l'imbattibilità di Iraizoz, che durava da 372 minuti) di Victor Sanchez.
La marcia di avvicinament...
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