Recuerde el alma dormida,
abive el seso y despierte
Contemplando
como se pasa la vida,
como se viene la muerte
tan callando,
cuàn presto se va el plazer,
como, despues de acordado,
da dolor,
como a nuestro parescer,
cualquiera tiempo pasado
fue mejor.
Pues si vemos lo presente
como en un punto se es ido
y acabado.
si juzgamos sabiamente
daremos lo no venido
por pasado.
No se engañe nadi, no,
pensando que ha de durar
lo que espera
màs que durò lo que viò,
pues que todo ha de pasar
por tal manera.*
*(
Jorge Manrique – Coplas de don Jorge Manrique por la muerte de su padre – 1476-7 )
Mi sono chiesto quale fosse il modo migliore per commemorare un addio e per farlo mi sono dovuto chiedere chi fosse il soggetto di quest’addio (se io o Marcelo) e perché ne sentissi l’esigenza. Come sempre i libri vengono in soccorso delle menti sperdute e da un saggio su Guy Debord sono saltato a questa elegia per la morte del padre di un grande poeta medievale: don Jorge Manrique. Vi consiglio caldamente questo trucco non troppo ortodosso di lasciarvi guidare dalle sollecitazioni della lett(erat)ura: garantisce sorprese ed è defatigante qualora stiate ‘cercando’ qualcosa.
In questa difficile temporada ho ragionato molto spesso con i condizionali. Lo stesso Marcelo disapproverebbe l’atteggiamento, perché non parla mai per periodi ipotetici. Eppure per tutto l’anno ho scansato le avvisaglie della frattura tra tecnico e società e non mi sono preparato, non volevo essere preparato all’addio. Chi è Marcelo Bielsa? E cosa rappresenta per me tifoso dell’Athletic? Ciò conduce inevitabilmente a giudicare le azioni di Marcelo Bielsa, a darne una valutazione in termini di bene o male, a suddividere i vari campi d’indagine: sportivo, etico, istituzionale etc. Così facendo potremmo restituire solo una parte della colossale figura che ha guidato gli zurigorri nell’ultimo biennio. Resta solo da capire cosa ci lascerà veramente Marcelo Bielsa. Don Jorge propone una ricetta medievale: le azioni umane vanno giudicate nel momento conclusivo dell’esistenza che, nel caso di Bielsa, possiamo declinare come esperienza. E’ in quel momento che ci si rende conto come da un lato gli ‘onori delle cronache’ si siano consunti e ‘le pompe magne’ siano mugugni indistinti; dall’altro lato può essere l’inizio di una sopravvivenza gloriosa, affidata alla nostra memoria di tifosi che siamo anche amanti. E chi ama non dimentica facilmente ma soprattutto capisce i motivi di quella passione. Se giudicassimo Bielsa da una sola angolatura, positiva o negativa o anche solo nel solco della posizione ufficiale, ribadita dall’istituzione, “per il bene del club” assassineremmo il suo ricordo. I mirabili effetti del bielsismo trascendono i risultati per catalizzarsi sull’umanismo del suo modo di allenare. Anche questa mistificazione è ingiusta. L’aspetto che più conta è l’incredibile modo di far giocare le sue squadre....
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